Luce UV, è davvero utile per sterilizzare l’acqua?

Si sente sempre più spesso parlare di sistemi di depurazione dotati di luce UV per sterilizzare l’acqua destinata al consumo umano. Ma questa tipologia di luce è realmente efficace per rendere l’acqua che beviamo e utilizziamo in cucina ancora più salubre? La risposta è sì! 

Il potere della luce

La presenza di una luce UV all’interno dell’impianto di purificazione a osmosi inversa assicura ulteriori benefici. La luce UV emette raggi ultravioletti ad alta intensità, che sono in grado di “colpire” il DNA dei microrganismi e rendere perciò inattivi batteri, virus e altri microrganismi nocivi presenti nell’acqua. Questa azione disinfettante della luce UV non solo migliora la sicurezza dell’acqua potabile, ma può anche contribuire all’eliminazione di alcuni agenti responsabili degli odori. Certi odori sgradevoli, infatti, sono il risultato di composti organici e composti organici volatili (COV), che possono derivare da fonti naturali o attività umane. La luce UV, agendo sulla struttura molecolare di queste sostanze, può contribuire alla loro degradazione o inattivazione, annullandone così i possibili effetti. L’impianto di purificazione a sua volta elimina tutti gli elementi potenzialmente nocivi. In questo modo dal rubinetto sgorgherà sempre un’acqua perfettamente sana, buona, sicura.

I vantaggi del trattamento con luce UV

Un impianto domestico di purificazione dell’acqua dotato anche di lampada sterilizzatrice UV garantisce molteplici vantaggi. 

  • E’ una soluzione priva di sostanze chimiche: la luce UV non richiede l’uso di prodotti chimici, rendendola una scelta sicura ed ecologica per eliminare germi e batteri.
  • E’ efficace su ampia scala: la luce UV agisce contro una vasta gamma di microrganismi e agenti potenzialmente pericolosi.
  • E’ continua: i moderni impianti hanno cicli di disinfezione periodica, così da mantenere sempre la massima qualità dell’acqua.
  • E’ conveniente e richiede una manutenzione minima: il tutto a fronte di una resa eccezionale.
  • E’ sana: la luce UV, a differenza di altri metodi di trattamento, garantisce che le caratteristiche naturali dell’acqua restino intatte.

Una validissima opzione

In conclusione, la luce UV rappresenta una soluzione straordinaria per rimuovere gli agenti patogeni dall’acqua. Prendendo di mira germi e batteri a livello molecolare, la luce UV garantisce la loro rimozione completa. I vantaggi dell’utilizzo di questa tecnologia sono numerosi: opera in assenza di sostanze chimiche, assicura un’efficacia ad ampio spettro e ha consumi minimi. Il trattamento con luce UV, unito a un impianto di purificazione dell’acqua, è pertanto la scelta giusta per chi vuole a casa propria un’acqua perfettamente pura e sana.

 

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L’acqua che sgorga dal rubinetto di casa può essere contaminata?

L’acqua degli acquedotti in Italia è generalmente sicura e soggetta a rigorosi controlli di qualità. Tuttavia, ci sono diversi elementi che possono contaminare l’acqua degli acquedotti, anche se tali situazioni sono relativamente rare. I Gestori del Servizio Idrico e le autorità sanitarie, nel nostro Paese, devono infatti garantire il rispetto di precisi parametri affinchè l’acqua possa definirsi potabile in base alle norme vigenti.

C’è un ma: l’acqua analizzata può essere perfetta, ma nel “tragitto” lungo le tubature fino al rubinetto di casa – responsabilità del privato – potrebbero verificarsi dei problemi che alterano la qualità dell’acqua stessa. Tubi vecchi, infiltrazioni, crepe… nell’impianto potrebbero inserirsi terra, ruggine, sostanze chimiche. Tutti elementi che potrebbero provocare la formazione di batteri, gli “ospiti” più indesiderati nell’acqua che usiamo per bere, cucinare, lavare frutta e verdura.

Quali sono i principali elementi di contaminazione?

Nell’acqua che utilizziamo quotidianamente potrebbero nascondersi componenti sgraditi. La maggior parte sono di origine naturale – e tra questi c’è anche il radon, un gas radioattivo presente nel terreno di diverse zone d’Italia -, ma anche derivati dall’attività umana, agricola e industriale. Pesticidi e altre sostanze chimiche potrebbero insinuarsi nelle tubature, cosi come i microrganismi responsabili di disturbi e malattie. Per non parlare dei Pfas e delle microplastiche, gli elementi potenzialmente nocivi al momento più studiati dagli scienziati.

Gli altri fattori che alterano gusto e sapore dell’acqua

Se l’acqua che esce dal rubinetto della cucina ha un gusto o un odore non esattamente gradevole, la “colpa” non è necessariamente dei contaminanti. Potrebbero essere gli additivi utilizzati – nel rispetto della legge – per renderla potabile, o addirittura la tipologia e quantità di sali minerali disciolti. Ad esempio, il cloro – necessario per la disinfezione – ha un odore pungente, che si avverte anche se il disinfettante è usato in piccole quantità. Il magnesio e il calcio, invece, con la loro presenza potrebbero alterare il gusto dell’acqua. Acqua potabile non è infatti un sinonimo di acqua “buona”: significa che il livello delle varie sostanze presenti rientra nei limiti di legge e che l’acqua è adatta al consumo umano. Ma il sapore è un’altra cosa!

Cosa fare per proteggersi?

Per una maggiore sicurezza, è possibile far esaminare l’acqua che sgorga dal rubinetto della propria abitazione. Ma è un procedimento non facilissimo e che comunque andrebbe ripetuto nel tempo. A oggi, la più efficace soluzione per garantirsi un’acqua perfetta a casa è quella di installare un purificatore, calibrato sulla base delle proprie esigenze e del proprio budget. A oggi, i sistemi più performanti sono sicuramente quelli a osmosi inversa. Questa tipologia di depuratori utilizza delle speciali membrane semimpermeabili che sono in grado di trattenere anche particelle piccolissime, compresi virus e batteri. Ovviamente, un purificatore a osmosi inversa è in grado di annullare cattivi odori e retrogusto sgradevole: “ripulendo” l’acqua anche da un eccesso di minerali, il sapore risulterà perfetto!

 

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Acqua purificata con l’osmosi inversa: quali benefici per la salute e l’ambiente?

Sappiamo bene che l’acqua è essenziale per la nostra sopravvivenza, così come sappiamo che la qualità dell’acqua che consumiamo è cruciale per la nostra salute. Tuttavia, l’acqua del rubinetto e in bottiglia può contenere impurità e contaminanti che possono rappresentare un rischio per il nostro benessere. L’acqua ad osmosi inversa, invece, è un tipo di acqua purificata attraverso uno specifico trattamento che offre numerosi vantaggi rispetto ad altri tipi di acqua potabile. Con ricadute positive anche sull’ambiente.

Cos’è l’osmosi inversa

Presente anche in natura, l’osmosi inversa è un processo che viene replicato nei moderni purificatori d’acqua. Apparecchi dalle dimensioni contenute, che si possono facilmente installare sotto il lavello della cucina. In parole molto semplici, l’osmosi inversa è un trattamento di purificazione che rimuove impurità e contaminanti dall’acqua facendola passare attraverso una membrana semipermeabile. La membrana filtra elementi indesiderati (e in alcuni casi nocivi) come piombo, cloro, fluoruro e altre sostanze sgradite, comprese le microplastiche, lasciando acqua pura e pulita. Questo processo è oggi comunemente impiegato per l’uso domestico.  

Vantaggi dell’acqua smotizzata

  1. Migliore qualità: l’acqua ad osmosi inversa è priva di impurità, contaminanti e minerali, che possono influenzare il gusto, l’odore e pure l’aspetto dell’acqua. Questo tipo di depurazione elimina le sostanze potenzialmente nocive come piombo, cloro e fluoruro, che potrebbero rappresentare un rischio per la salute umana.
  2. Convenienza: investire in un impianto ad osmosi inversa può rivelarsi conveniente a medio-lungo termine in quanto elimina la necessità di acquistare acqua in bottiglia o costosi filtri.
  3. Comodità: i purificatori a osmosi inversa possono essere installati in casa, ufficio e in qualsiasi altro ambiente. In poco spazio, assicurano l’accesso all’acqua più pura possibile senza la necessità di trasportarla o conservarla in bottiglia.
  4. Sostenibilità: la scelta dell’acqua ad osmosi inversa rispetto a quella in bottiglia riduce i rifiuti di plastica, l’impronta di carbonio e i costi di trasporto associati all’acqua imbottigliata.

Considerazioni ecologiche

I vantaggi dell’acqua trattata con un purificatore a osmosi inversa sono molti ed evidenti. Ma è vero che questa impianto azzera l’impatto ecologico? A parte il consumo dell’energia necessario per il funzionamento, la risposta è sì. Un tempo questi sistemi producevano acqua di scarto – e quindi uno spreco – ma con la moderna tecnologia non è più così. Non viene sprecata nemmeno una goccia di preziosa acqua. 

In breve

L’acqua purificata con un sistema a osmosi inversa è una modalità sicura ed efficace per avere accesso a un ‘acqua pura e sana. I suoi vantaggi sono molteplici rispetto ad altre soluzioni: in particolare, migliore qualità, convenienza e comodità. Anche per quanto riguarda l’impatto ambientale, i benefici superano di gran lunga i potenziali svantaggi, tanto che scegliere un purificatore a osmosi inversa è oggi una scelta sostenibile.

 

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E’ vero che un purificatore a osmosi inversa fa risparmiare?

La recente notizia che in Lombardia, secondo i dati di Greenpeace Italia, siano presenti i Pfas nell’acqua di rete ha fatto preoccupare molti italiani. Se il dato verrà confermato, significa che la nostra rete idrica – come tutti i luoghi del mondo, purtroppo – è contaminata dalle microplastiche. E non ci sarebbe ragione di pensare che le cose siano diverse nelle altre Regioni del Paese. Proprio per questo genere di informazioni, sono sempre di più i nostri connazionali che si orientano sull’acquisto e l’installazione in cucina di un purificatore d’acqua a osmosi inversa, la tecnologia che più delle altre assicura la rimozione di ogni inquinante dall’acqua che beviamo.

Se si sa per certo, con prove scientifiche, che il purificatore a osmosi inversa funziona perfettamente nel “ripulire” l’acqua rendendola purissima, ci sono però ancora dei dubbi sull’investimento economico richiesto per questo dispositivo. In sintesi, è vero che il purificatore a osmosi inversa si ripaga nel breve-medio periodo? La risposta è sì.

I conti “veloci”

Prevedere una stima di quanto si possa risparmiare installando un purificatore a osmosi inversa rispetto all’acquisto di acqua imbottigliata è un calcolo veloce. Una persona consuma in media, solo per bere, 2 litri di acqua al giorno: considerando una famiglia media di 4 persone, il consumo sale a 8 litri al giorno. Che, in un anno, fanno 2.920 litri, l’equivalente di 1.460 bottiglie di plastica da 2 litri. Fissando a 50 centesimi il costo medio di ciascuna bottiglia, si arriva a una spesa di 730 euro all’anno per comperare le bottiglie. E’ evidente che in poco tempo il costo di un depuratore viene ammortizzato.

Tra l’altro, l’acqua prodotta dal purificatore può essere utilizzata anche per cucinare, fare la pasta, preparare tè o caffè o ancora lavare in sicurezza frutta e verdura. A tutto vantaggio della salute. Le bottiglie, invece, richiedono un costo-tempo per il solo fatto di doverle comprare, trasportare, sistemare in casa…

La plastica che immettiamo nell’ambiente ha un prezzo

L’enorme quantità di plastica immessa nell’ambiente, e che continuiamo a produrre, ha un costo altissimo. E le evidenze di questi ultimi periodi ce lo stanno dicendo forte e chiaro. La plastica e il suo smaltimento sono un  problema gigantesco, che avrà costi anche economici – e non solo riferiti alla salute – su tutta la collettività. Iniziare a eliminare le bottiglie, avendo a casa la migliore acqua possibile, è un investimento per se stessi e per il futuro del Pianeta.

Acqua di scarto? Non più

Una delle più comuni obiezioni che si sente riferire ai purificatori d’acqua a osmosi inversa è che produrrebbero “acqua di scarto”. Secondo questi “falsi miti” non erogherebbero tutta l’acqua, ma ne tratterrebbero una parte nel serbatoio. Non è più vero: oggi i moderni purificatori hanno un funzionamento sofisticato ed ecologico, che non spreca nemmeno una goccia d’acqua. Altro risparmio da considerare. 

 

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Quale sistema di depurazione è più efficace contro le microplastiche?

Il nostro mondo, lo sappiamo, è ormai invaso dalle microplastiche. Si tratta di frammenti infinitesimali di plastica che troviamo in tutti gli alimenti che consumiamo, perchè presenti nel terreno e inevitabilmente nell’acqua. La colpa di questo fenomeno? Nostra, nel senso che abbiamo impiegato e impieghiamo la plastica per la quasi totalità dei processi alimentari. Fin dalla sua invenzione, nei primi anni del Novecento, questo materiale è diventato di uso comune: la cattiva notizia è che pressoché indistruttibile. Ci vogliono circa 450 anni affinchè le particelle di plastica si decompongano completamente. 

Il mondo senza plastica? Non esiste più

Non esiste più nessun angolo del nostro Pianeta che non sia contaminato con la plastica. I rifiuti di nanoplastiche sono stati rinvenuti in quantità significative nella neve dell’Artico come nella sabbia dei deserti. E nanoplastiche ancora più piccole sono sospese nell’aria che respiriamo, galleggiano negli oceani in cui peschiamo e si trovano all’interno della frutta, della verdura e dei prodotti confezionati che mangiamo. Insomma, questi minuscoli frammenti sono presenti in tutto ciò che consumiamo e beviamo. 

Ingeriamo 5 grammi di microplastica a settimana

In base a recenti studi, sembrerebbe che ogni individuo ingerisca in media 5 grammi di microplastica in una settimana, più o meno l’equivalente di una carta di credito. Ma purtroppo questi dati potrebbero essere sottostimati. Ancora peggio è scoprire che le microplastiche si trovano soprattutto nell’acqua, poichè il materiale contamina le falde, i mari e i fiumi e ricade sul terreno anche con l’acqua piovana. E, sebbene non esistano ancora studi scientifici definitivi, è molto probabile che l’assunzione di questi frammenti non faccia bene alla salute. 

Come eliminarle dall’acqua che beviamo?

In uno scenario così preoccupante, ci sono però delle buone notizie. L’acqua del rubinetto si può trattare, in modo da eliminare le sostanze indesiderate. Non tutti i sistemi di filtrazione, però, sono in grado di eliminare completamente le microplastiche dal bicchiere. Ma l’osmosi inversa sì. I moderni purificatori a osmosi inversa sono infatti progettati per scartare le particelle di plastica dall’acqua che beviamo o che utilizziamo per preparare gli alimenti. La membrana semipermeabile del dispositivo, infatti, trattiene i frammenti sospesi, anche quelli di dimensioni infinitesimali. A oggi, quindi, un impianto di purificazione a osmosi inversa domestico è il metodo più efficiente per far sì che l’acqua sgorghi dal lavello della cucina assolutamente pura. Priva cioè anche di microplastiche e quindi perfetta per il consumo di tutta la famiglia.

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Quali sono le differenze fra l’acqua dell’acquedotto e quella di un purificatore a osmosi inversa? Come verificarle?

Siamo sempre più attenti alla salute e alle tematiche ambientali: una crescente percentuale di italiani preferisce adottare pratiche green, anche in tema di consumi. L’acqua è uno degli argomenti clou: come riuscire a combinare il legittimo desiderio di bere un’acqua pura e salubre senza acquistare bottiglie di plastica, notoriamente inquinanti? La soluzione è installare un purificatore a osmosi inversa sotto il lavello della cucina, così da avere la migliore acqua possibile sempre a disposizione. Ma quali sono le differenze fra l’acqua di rete e quella di un purificatore a osmosi inversa? Come verificare cosa cambia fra acqua di rete e acqua osmotizzata? 

Acqua di rete e acqua purificata con l’osmosi inversa, cosa cambia?

L’acqua trattata da un purificatore a osmosi inversa e l’acqua dell’acquedotto possono presentare alcune differenze sostanziali. Ecco alcuni esempi:

  • Composizione chimica

L’acqua degli acquedotti italiani, pur essendo generalmente di buona qualità, contiene una serie di sostanze chimiche, come il cloro, che vengono utilizzate per disinfettare l’acqua stessa. Nel processo di osmosi inversa, invece, la maggior parte di queste sostanze viene rimossa, lasciando l’acqua più pura e priva di contaminanti.

  • Minerali

In Italia l’acqua degli acquedotti può contenere una quantità variabile di minerali, come calcio, magnesio e potassio, che influiscono sul sapore e sulla qualità dell’acqua. Attraverso l’osmosi inversa, invece, gran parte di questi minerali viene eliminata e poi reintrodotta in quantità ottimali.

  • pH

Il pH dell’acqua di rete in Italia può variare a seconda della zona geografica. Nel processo di osmosi inversa, invece, il pH dell’acqua può essere portato a valori ideali, gli stessi del latte materno per esempio.

In generale, l’acqua prodotta da un depuratore a osmosi inversa è di qualità superiore rispetto all’acqua dell’acquedotto, poiché la quasi totalità dei contaminanti viene rimossa nel processo di trattamento. In questo modo, oltre alla salubrità, ne beneficiano anche il gusto e l’odore, rendendola perfetta da bere e per cucinare.

Test da effettuare a casa

Come è possibile effettuare una comparazione dell’acqua prodotta da un depuratore a osmosi inversa con quella di rete? Certo, in commercio esistono dei kit per la misurazione dell’acqua, ma si possono condurre dei facili test casalinghi – divertenti anche per i bambini – che rivelano subito le differenze fra le due tipologie di acqua.

Test del pentolino

  • Si mettono due pentolini sul fuoco,  uno riempito con acqua di rete e il secondo con acqua osmotizzata.
  • Si fa bollire l’acqua sino alla completa evaporazione.
  • Il pentolino con l’acqua di rete sarà rivestito da una patina di calcare; quello con l’acqua osmotizzata sarà perfettamente pulito.

Test del tè

  • Si mette una bustina di tè in due tazze, una riempita con acqua di rete e l’altra con acqua osmotizzata.
  • Nella tazza con acqua di rete il tè diventa scurissimo. Questo accade perchè  il tè macchia, colorando tutte le sostanze che ci sono all’interno dell’acqua, facendolo diventare molto più scuro.
  • Nella tazza con l’acqua l’acqua osmotizzata il the rimane molto più chiaro e il suo sapore più delicato.

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Acqua liscia o gasata? Entrambe, con un solo impianto a osmosi inversa

Sono moltissimi gli italiani che non vogliono rinunciare al piacere dell’acqua frizzante. Allo stesso modo, però, una crescente coscienza ambientale fa storcere il naso nei confronti delle bottiglie di plastica. Come fare, dunque, per disporre di acqua buona, sostenibile e piena di bollicine? Semplice, con i moderni sistemi di purificazione dell’acqua che consentono di riempire il bicchiere con la migliore acqua possibile, ma anche di renderla meravigliosamente effervescente. Senza contenitori di plastica.

Come funziona l’impianto a osmosi con frigogasatore? 

Gli impianti a osmosi inversa più moderni possono racchiudere, in pochissimo spazio, diverse funzioni. Per tutti fan dell’acqua con le bollicine, esistono modelli che producono non solo l’acqua a temperatura ambiente – ovviamente perfettamente pura e sovente anche sterilizzata – ma pure quella fredda e gasata.

Come funzionano questi sistemi? E’ molto semplice: insieme all’impianto viene installata una bombola di co2 alimentare (anidride carbonica) ricaricabile, per produrre tutta l’acqua frizzante che si desidera. Grazie a un carbonatore inserito all’interno della macchina, che miscela l’acqua con l’anidride carbonica, l’acqua frizzante sgorga direttamente dal rubinetto della cucina. Senza sprechi e soprattutto senza la necessità di dover acquistare costose, ingombranti e inquinanti bottiglie.

Tre è meglio di una 

La maggior parte degli impianti capaci di produrre acqua gasata è inoltre dotata di un apposito frigorifero al loro interno. Grazie a questa dotazione, il purificatore a osmosi inversa può produrre acqua fredda. Le tipologie di acqua che si potranno quindi erogare dal  rubinetto in cucina sono addirittura tre: acqua liscia ambiente, acqua liscia fredda e acqua gasata fredda.

C’è una ragione ben precisa se questi questi impianti non producono acqua gasata a temperatura ambiente. Si tratta di un’ottimizzazione della bombola di co2, in modo da evitare anche il minimo spreco. L’anidride carbonica, infatti, satura l’acqua in maniera indirettamente proporzionale alla sua temperatura. L’acqua fredda alla quale viene aggiunta co2 sarà più gasata con meno utilizzo di gas, mentre l’acqua a temperatura ambiente necessita di maggiori quantità di anidride carbonica e pertanto sarà solo leggermente frizzante.

Mai così facile

Purificare l’acqua domestica è davvero facile con un impianto a osmosi inversa. Una volta installato e collegato alla rete idrica, il purificatore può essere subito utilizzato da tutta la famiglia. Con un solo tocco, si avrà sempre a disposizione non solo la migliore acqua da bere e per cucinare, ma anche tutte le bollicine desiderate! 

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Rubinetto dedicato al purificatore o miscelatore unico? Che soluzione preferire a casa?

Quando si decide di inserire a casa propria un sistema di depurazione dell’acqua, occorre sapere che sarà necessario anche installare un rubinetto dedicato. Questo perchè ci sia una “via” dalla quale possa zampillare l’acqua filtrata dall’impianto. Se due rubinetti erogatori – uno per l’acqua dell’acquedotto, uno per l’acqua purificata – sembrano troppi in uno spazio relativamente ristretto come la cucina, c’è anche la possibilità di avere un solo miscelatore. Si tratta di uno speciale rubinetto compatibile con il depuratore. Un rubinetto che ha vie d’acqua separate.

Rubinetto a 3 vie, di cosa si tratta?

Questo modello di miscelatore – che sostituisce il precedente montato sul lavello della cucina – si chiama a 3 vie. Il nome si deve alle tre tipologie di acqua che può erogare: acqua calda non trattata, acqua fredda non trattata e acqua che arriva dal depuratore. Se si opta per il rubinetto unico, è importante che il tubo dell’acqua depurata sia separato da quello dell’acqua non depurata. In caso contrario, l’acqua depurata potrebbe venire parzialmente contaminata da quella non trattata. Chi sceglie un miscelatore a 3 vie lo fa di solto per una questione prettamente estetica. Visivamente, è più gradevole un solo rubinetto piuttosto che due. Ancora, non c’è necessità di praticare un secondo foro sul lavello per installare il rubinetto dedicato all’acqua depurata. Ma questa opzione è davvero più funzionale?

Separati, perché è comodo

Nonostante la possibile reticenza iniziale – per una pura questione estetica – avere due rubinetti in cucina può rivelarsi una scelta comoda. Anzi, comodissima. Con due miscelatori si possono infatti svolgere più compiti contemporaneamente, scegliendo la tipologia di acqua necessaria ai diversi utilizzi. Ad esempio, riempire la pentola dell’acqua per la pasta con il rubinetto dell’acqua depurata ma nel frattempo sciacquare le stoviglie… Insomma, non esiste una “regola” generale. Sulla base delle proprie abitudini, di quanto e come si cucina, dei propri gusti (e perchè no, anche del proprio budget) si potrà fare la scelta più opportuna. L’aspetto più importante, in entrambi i casi, è acquistare un rubinetto di alta qualità. Poiché sono oggetti che vengono usati con una grandissima frequenza e sottoposti a innumerevoli sollecitazioni, è fondamentale che siano di ottima fattura e realizzati con materiali igienici e durevoli.

 

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Perchè un purificatore d’acqua è vantaggioso anche sotto l’aspetto economico?

Sappiamo tutti perchè è più salutare installare un purificatore d’acqua a casa propria piuttosto che acquistare bottiglie di plastica. Innanzitutto si fa del bene all’ambiente, riducendo l’immissione di rifiuti plastici. Secondo aspetto, ma non per importanza, con un purificatore a casa si avrà sempre la migliore acqua possibile direttamente dal rubinetto della cucina. Infine, l’investimento si tradurrà presto in un vantaggio anche sotto il profilo economico.

I plus dei purificatori a osmosi inversa

Se l’obiettivo di ognuno di noi è bere bene, e garantire l’acqua più pura possibile alla propria famiglia, il sistema ideale è quello a osmosi inversa. Sfruttando un principio che esiste in natura, l’osmosi appunto, e senza utilizzare nessun elemento chimico, i purificatori a osmosi inversa assicurano un’acqua eccellente, libera da ogni potenziale inquinante, e addirittura senza germi o batteri se il dispositivo è dotato di una lampada sterilizzatrice. Insomma, il meglio per i propri cari, in particolare gli anziani e i bambini. 

Ancora, con un purificatore a osmosi inversa si può disporre senza soluzione di continuità dell’acqua più adatta per cucinare e per preparare tè, caffè e mille altre ricette, dato che è completamente inodore e insapore. Per le stesse ragioni, è anche la preferita dagli animali domestici.

Il purificatore d’acqua è vantaggioso sotto il profilo economico?

La risposta è sicuramente sì, e basta far parlare i numeri. Partendo dal presupposto che una persona consuma in media 2 litri di acqua al giorno, è evidente che una famiglia media di quattro persone consumerà circa 8 litri d’acqua quotidianamente. In un anno, si tratta di 2.920 litri d’acqua che, trasferiti in bottiglie da 2 litri, significa l’acquisto di 1.460 bottiglie di plastica. Stimando un costo medio di circa 50 centesimi per ogni bottiglia, la nostra famiglia tipo spenderà più o meno 730 euro all’anno in bottiglie di plastica. Considerando simili importi, appare chiaro che l’investimento per acquistare un depuratore d’acqua domestico verrà ammortizzato in brevissimo tempo.

Gli altri fattori da considerare

Oltre al conto prettamente economico, nella valutazione generale vanno inseriti anche il fattore tempo e spazio: mentre con un purificatore domestico l’acqua è sempre disponibile, l’approvvigionamento di bottiglie di plastica richiede visite periodiche al supermercato, il loro trasporto e il loro stoccaggio a casa. Anche il tempo è denaro!

L’ambiente ringrazia

In un periodo storico dove l’attenzione dell’opinione pubblica è giustamente concentrata sull’ambiente e sulla sostenibilità, non si può chiudere gli occhi su temi importanti come l’inquinamento da plastica. Se è vero che tantissime bottiglie vengono riciclate, è altrettanto vero che una gran parte di queste finisce nel mare e nel sottosuolo, con effetti devastanti per il pianeta. E c’è ancora un ulteriore fattore da considerare: per produrre una bottiglia di plastica… serve acqua. Secondo alcune stime statunitensi, i processi produttivi per dare vita a una singola bottiglia di plastica richiedono due litri d’acqua, più ovviamente quella necessaria per riempirla. Con un costo collettivo, in termini di risorse idriche, davvero enorme. 

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Acquistare un depuratore a osmosi inversa insieme al pacchetto manutenzione: conviene? A cosa stare attenti?

Il purificatore d’acqua a osmosi inversa, esattamente come ogni altra macchina, necessita di una manutenzione regolare affinchè possa mantenersi efficiente nel tempo. In linea di massima, gli interventi di controllo sono minimi, e spesso prevedono semplicemente la periodica sostituzione dei filtri, fondamentali per assicurare la qualità dell’acqua che viene erogata. Alcuni modelli, poi, devono anche essere sottoposti a un processo di sanificazione del serbatoio, così da eliminare ogni potenziale carica batterica. Appena si acquista un impianto di purificazione dell’acqua, ogni nuovo cliente è consapevole che dovrà prendersi cura del proprio depuratore: e spesso le aziende propongono, unitamente alla vendita dell’apparecchio, anche un pacchetto manutenzione. Vale la pena acquistarlo? E se sì, come avere la certezza di affidarsi all’azienda giusta?

Il prezzo non è tutto

Le aziende più conosciute e serie propongono questo servizio, con contratti chiari e prezzi esposti, senza sorprese. Parlando in linea di massima, questi contratti comprendono sempre la sostituzione delle cartucce filtranti e quindi i ricambi. Quando invece bisogna alzare la soglia di attenzione? Quando le tariffe sembrano (o sono) troppo convenienti. Potrebbe essere una strategia da parte dell’azienda per conquistare e tentare di fidelizzare il cliente, che sarà sicuramente contento di pagare meno. Questa mossa, tra l’altro, garantisce all’impresa che il cliente effettuerà  esclusivamente presso di lei l’acquisto delle cartucce per gli anni a venire. E su quest’ultimo aspetto potrebbe insorgere un piccolo rischio.

Quando l’azienda è seria?

Si può verificare sin da subito la serietà di un’azienda se questa, firmato il contratto di manutenzione contestualmente all’installazione, consegna nelle mani del cliente tutti i filtri necessari a coprire la “vita” media del purificatore, ovvero diversi anni. In questo modo il cliente è tutelato da qualsiasi evenienza. Ad esempio, se l’azienda dovesse chiudere o avere qualsiasi genere di problema, i filtri sono già in casa e il cliente finale non rischia in alcun modo di pagare in anticipo per dei pezzi che non verranno mai consegnati.

Diffidare del “tutto incluso”

Altre aziende cercano di invogliare il cliente includendo nel prezzo del servizio di manutenzione anche la mano d’opera. Attenzione anche in questo caso: se l’azienda dovesse fallire (o anche chiudere e riaprire con un altro nome, come purtroppo accade) chi ha acquistato il purificatore e la relativa manutenzione si ritroverebbe ad aver pagato per un servizio che non potrà essere goduto. 

La soluzione più sicura 

Se si è acquistato un purificatore a osmosi inversa da un’azienda nota, che produce e installa questi apparecchi da sempre, la scelta migliore (e di norma quella che le imprese serie propongono) è quella di farsi consegnare tutti i pezzi per la manutenzione nel momento dell’installazione. A questo punto, sarà il cliente a decidere se vuole fare da sé questi interventi periodici o se farli effettuare ai tecnici dell’azienda specializzata, pagando il solo costo di uscita una volta l’anno o quando necessario.

 

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